giovedì 2 giugno 2022

L'università costa

Fortezze inaccessibili, invalicabili e governate da rettori autocrati e da CDA succubi e passivi. Sto generalizzando, grazie al cielo non sono tutti così i nostri atenei e meno male. Molta gente sa di gestioni allegre e manipolate, sa di concorsi truccati, sa di appalti cuciti addosso a chi li deve vincere, conosce bene come fondi assegnati per motivi mirati, si siano dispersi in minuscoli rivoli. Un rettore, in seno al suo CDA, detiene tutto il potere che la legge gli consente, è in grado di nominare chi vuole e di gestire le varie anime del consiglio che decide "democraticamente" senza permettersi quasi mai, un no detto con piena convinzione. C'è tanto personale universitario che opera nell'associazione "Trasparenza e Merito" (TRAME), la quale ha ficcato il naso in questo strano modo di governare un ente importante come un'università. Professori e ricercatori si sono prodigati per esaminare e verificare 3.547 delibere del 2020 di 15 atenei italiani di diverso calibro. Ebbene: il 97% degli aventi diritto, ha sempre votato per il sì, mentre solo un 3% ha votato per il no. Inoltre, alcune università interpellate per favorire la visione dei documenti deliberati, ha negato l'accesso alle pratiche in essere e/o evase. Cosa colpisce in tutto questo tipo di ménage? Che l'unanimità è sovrana in seno ai consigli degli atenei e grazie ad essa, le decisioni...vanno da sole senza dinieghi evidenti e con la massima cooperazione dei partecipanti. Quante volte, in occasioni più svariate, abbiamo definito "baroni" questi grandi luminari della scienza: detengono potere illimitato in tutti gli organi che deliberano e ispirati da un "galateo accademico personale" sono tutti a coprirsi le spalle tra di loro. Pertanto qualunque importante decisione, venga recepita in seno al CdA, senza colpo ferire, si procede nel migliore dei modi accontentando a giro, questuanti e postulanti. Orbene, la grossa preoccupazione, nasce dalla normale assegnazione alle università dei fondi europei del Pnrr. Soldoni che senza avere alcuna possibilità di controllo, saranno gestiti a totale discrezione dei papabili. Ricordo che nessuno ha il potere di ficcare il naso in questi "sancta sanctorum" all'italiana, a meno che non sia la Guardia di Finanza e/o la magistratura. Questa è l'apologia del clientelismo, della convenienza e della compiacenza. Chi parla troppo rischia di passare ultimo della fila, chi sta zitto e ubbidisce, fa carriera. Non ho raccontato nulla di nuovo, tutto noto alle masse, resta solo un piccolo segno: qualcosa si muove e speriamo bene. Vi sono università italiane che si comportano diversamente, ma tante sono quelle...a conduzione "familiare" e questo in un paese democratico non può accadere. Ma vi ricordo che noi siamo Italia.

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